Il contesto adatto per sperimentare e affinare le capacità
We care: ci importa”
(don Lorenzo Milani)
La nostra Associazione, sin dal suo nascere, ha scelto di operare all’interno degli oratori con le sue attività pomeridiane di educazione allo studio denominate “Meglio dopo, insieme”. Attualmente gli oratori presso i quali lavoriamo si trovano a Sesto San Giovanni e Milano – Rogoredo.
Quando raccontiamo ciò che facciamo, e rendiamo partecipe l’interlocutore del cammino educativo compiuto in 18 anni di attività, bastano pochi minuti per far cadere i preconcetti sul “doposcuola”. Tuttavia, quando spieghiamo che operiamo all’interno degli oratori, cominciano i “ma e i però”. Nonostante le perplessità che notiamo, noi siamo convinti che ancora oggi gli oratori, con la loro presenza capillare nei nostri territori, abbiamo qualcosa “da dire” ai ragazzi, agli adulti e a chi vi opera.
Il “meglio dopo, insieme “ è parte integrante del progetto educativo dell’oratorio in quanto espressione e strumento di quella cura educativa che la comunità cristiana ha per la crescita dei piccoli e per l’accoglienza offerta a tutti i ragazzi. All’interno dei cammini differenziati che l’oratorio propone, il nostro servizio è insieme strumento educativo e ambito di servizio capace di formare sia i piccoli che lo frequentano sia i grandi che ne curano le attività. Per tale ragione può costituire una proposta forte di responsabilità e crescita individuale e di gruppo per gli/le adolescenti e i/le giovani che frequentano l’oratorio. Esso è, inoltre, il contesto adatto per sperimentare e affinare le capacità di ascolto, di disponibilità gratuita e di apertura all’altro.
L’oratorio non è un luogo chiuso ed esclusivo, ma – piuttosto – un luogo di accoglienza nel quale tutti i ragazzi hanno cittadinanza e possono essere aiutati senza distinzioni di età e condizione sociale e personale. Un luogo dove in modo semplice, nelle attività quotidiane della convivialità, del gioco e dello studio, avviene un incontro autentico tra le persone.
Non smettiamo mai di credere che il ragazzo sia il vero protagonista del proprio cambiamento, perciò l’aiutiamo a indebolire i propri alibi. Riteniamo, infatti, che il non fare o il fare male sia spesso sorretto da ragioni che paiono sensate a chi le esprime, mentre noi le chiameremmo alibi. Per il ragazzo sono spiegazioni valide, e le spiegazioni possono esser discusse. È così che si cambia!
Con queste profonde convinzioni siamo stati capaci di uscire dagli oratori per costruire, in questi anni, relazioni significative con i soggetti presenti sul territorio in cui operiamo. A volte ci siamo riusciti con fatica, alte volte incontrando incomprensioni e preconcetti, ma sempre con l’idea che “INSIEME” non sia un semplice avverbio di modo, ma uno stile che presuppone però la “libertà dall’esito”, perché non siamo noi i padroni delle persone.