La comunicazione responsabile tra genitori e figli

“Se si giudica un pesce dalla sua abilità di arrampicarsi sugli alberi, lui passerà tutta la sua vita a credersi stupido”

(Albert Einstein)

 

 

“Sarà pur vero ciò che dice, ma sono i toni ad essere sbagliati”.

 

Quante volte abbiamo sentito dire o ci siamo sentiti dire questa frase?

Quando ci si relaziona con persone che utilizzano un tono di voce brusco ed aggressivo viene naturale la tendenza a soffermarsi sulle modalità utilizzate per comunicare, piuttosto che sul contenuto del discorso.

Questo pensiero nasce dal lavoro quotidiano con ragazzi, giovani, adulti che ci hanno insegnato come quello che “diciamo e non diciamo”, abbia sempre delle conseguenze, nel bene e nel male. Conseguenze di cui noi siamo responsabili.

Comunicare non è soltanto saper “padroneggiare delle tecniche”, potendo così persuadere per ottenere ciò che si desidera, ma mantenersi nella chiarezza e semplicità affinché l’altro si senta accolto e capito.

Per fare ciò abbiamo capito che nella relazione con l’altro, affinché si compia una vera comunicazione di qualità, occorre:

prendersi del tempo, dove bisogna fermarsi, fare silenzio e provare a dare risposte di “senso” e non solo di “buon senso”;

indipendenza, perché una comunicazione “libera”, lascia l’altro libero, non crea dipendenza. Quante volte abbiamo desiderato che i nostri figli facessero esattamente come avremmo voluto, ottenendo in risposta proprio il contrario?

reciprocità, conseguenza diretta del prendersi tempo e del lasciare l’altro libero. Nella comunicazione responsabile si cresce insieme, evitando così che si instaurino relazioni di potere.

Quando incontriamo un ragazzo, infatti, una delle prime cose che gli chiediamo è di “aiutarci a capire come possiamo essere utili per lui” e non glielo chiediamo per adempiere ad un “protocollo”, oppure perché adottiamo una tecnica, ma semplicemente perché ci interessa chi abbiamo di fronte.

Ecco, allora, che inizia un confronto che molto spesso porta a rendere “semplice ciò che all’inizio semplice non era”.

Comunicare è una responsabilità, qualunque sia il contesto…
Una comunicazione responsabile crea buone relazioni!