Meglio dopo, Insieme: perché fare ‘solo’ i compiti non basta!

“Se vuoi qualcosa che non hai mai avuto, devi fare qualcosa che non hai mai fatto”

Thomas Jefferson                                                     

Doposcuola: la parola porta con sé un carico di connotazioni, caratteristiche e prerogative “antiche” che rimandano ad un’immagine: l’immagine di un’aula grigia e vuota dove poche voci rimbalzano nei corridoi in un’eco desolante. I ragazzini presenti sono principalmente quelli che vanno male a scuola, quelli che… “della scuola non gliene frega nulla”, i “disturbatori”, i “disattenti”. Insomma: il cosiddetto “ghetto degli sfigati”, dove l’unico rimedio sono le punizioni e la cui unica funzione è tenerli lì.

Per questo motivo il doposcuola di Passo dopo Passo…Insieme è stato ribattezzato “Meglio dopo, Insieme”: il “meglio” indica la qualità dei compiti; il doporappresenta il tempo, ovvero tutto ciò che dopo avviene; l’insieme è la prerogativa per raggiungere motivazione e accettazione. Ma cosa si intende per “essere accettanti” (e non buonisti)? Si intende: “noi siamo interessati a te comunque, anche quando compi errori” e non “ci vanno bene i tuoi errori”.

Qui, attraverso i ragazzi che lo frequentano ovvero chi va male a scuola, chi se la cava, ma anche e soprattutto chi va molto bene a scuola, nascono innovazioni coraggiose e perfino provocatorie rispetto a ciò che il senso comune si aspetta dal doposcuola. Tutti sappiamo cosa ci aspetta quando queste parole prendono corpo: “Tenetemi mio figlio altrimenti resta solo in casa oppure esce e combina guai”, “Mio figlio va male a scuola quindi potete fagli fare qualche ripetizione, perché i compiti non li fa mai” oppure “Mio figlio è DSA, me lo tenete voi?”.

Invece noi, da 18 anni, cerchiamo di creare un contesto per tutti i ragazzi e non soltanto per quelli che hanno delle difficoltà, perché diventare grandi è faticoso per tutti e fare i compiti richiede tre ingredienti fondamentali:

l’organizzazione del materiale necessario, evitando cacce al tesoro per trovare un libro, un quaderno, una penna, un appunto e del tempo, pianificando le cose da fare e cercando di prevedere il tempo per svolgerle, evitando continue pause, ma programmandole;

l’autonomia, cioè saper iniziare a svolgere i compiti da soli e chiedere aiuto in caso di bisogno, evitando di aspettare che qualcuno mi dica “muoviti!”;

il lavoro con gli altri, che possono essere una vera risorsa per apprendere e non solo occasione di distrazione.

Chi lavora capisce bene che queste competenze sono fondamentali e acquisirle prima di entrare nel mondo del lavoro è un vantaggio per tutti. I compiti possono diventare un’occasione per imparare da piccoli a diventare grandi. Perché i ragazzi ormai capiscono che non basta fare i compiti, ma occorre farli bene, perché… “meglio studi e meno studi!

Il team di Passo dopo Passo…Insieme