“Una nuova festa del papà”

Stamane mi sono svegliato e le mie bambine, in occasione della festa del papà, mi hanno organizzato una caccia al tesoro in casa, con sorpresa finale, fatta di disegni e lavoretti. Ho seguito la preparazione da “lontano”, cioè dalla cucina, mentre loro erano in camera con la mamma, fatta di discussioni, rimproveri e piccole delusioni perché le cose non erano “perfette”. Se fossimo stati nel “tempo ordinario”, tutto ciò sarebbe avvenuto a scuola con le maestre e noi genitori avremmo perso “il piacere” di “fare qualcosa con i nostri figli”.

Scusatemi, non vorrei darvi un’immagine troppo “perfetta” di quanto anche noi con fatica, stiamo vivendo in questi giorni; tuttavia, come marito, genitore, educatore, responsabile di un’organizzazione di volontariato e credente, cerco “un senso” a quanto ci sta succedendo. 

Penso a voi ragazzi “costretti a stare in casa”: dopo l’iniziale euforia, ora sentite il bisogno di tornare tra i vostri compagni, magari facendo il “sacrificio” di farlo a scuola, con i prof, luogo dove di solito non vi “sentite liberi” ma che in questo momento rappresenta la vostra più grande opportunità di “essere liberi”.

Penso a voi genitori, che si barcamenano tra il lavoro in casa (lottando magari con i figli per il pc per lavorare, oppure per avere un po’ di silenzio), oppure con il lavoro fuori casa, con la paura per il contagio; preoccupati perché il lavoro ora non c’è, per le spese da affrontare, per la vita famigliare da organizzare…magari nella solitudine, perché siete in una famiglia monoparentale. Tutte paure e preoccupazioni legittime che, pensate insieme ci mandano in crisi, ma affrontate una per volta ci alleggeriscono un pochino. Quest’epidemia ci può insegnare nuove strade e strategie, magari confrontandosi sulle chat che ora, ben usate, possono diventare una benedizione!

Penso a voi volontari che avete interrotto a metà il servizio presso la nostra associazione: non preoccupatevi, noi riapriremo appena possibile, nel frattempo, grazie ai potenti mezzi tecnologici, perché non raggiungere chi non sentiamo da tempo (lo faccio ormai periodicamente, con un semplice messaggio, e tutti felici rispondono!): chi ha solo bisogno di sentirsi dire “come stai?”, un compagno/a che non capisce qualcosa di quanto sta studiando, un vicino da salutare dal balcone… Anche così si può essere di aiuto.

Infine, come credente, sento spesso il bisogno di fermarmi a pregare; certo naturalmente per la protezione dei cari, la guarigione di tutti, la scomparsa del virus, ma poi capisco che al Signore chiedo una grazia grande, che questa situazione ci permetta di prendere coscienza che le nostre azioni, nel bene e nel male, che ci piaccia o no, hanno delle conseguenze sugli altri. Riconoscere questo è il punto di partenza, non solo per prevenire il diffondersi del coronavirus ma soprattutto per vincere l’egoismo che a volte, ci rendo meno umani.

Prego per ciascuno di voi e vi auguro davvero, ogni bene. Con affetto e gratitudine. 

Michele Ferri