Una comunicazione responsabile crea buone relazioni

“In carattere, maniera, stile, in tutte le cose, la suprema eccellenza è la semplicità”

(Henry Wadsworth Longefellow)

Responsabile: “che si comporta in modo riflessivo ed equilibrato, tenendo sempre consapevolmente presenti i pericoli e i danni che i proprî atti o le proprie decisioni potrebbero comportare per sé e per altri, e cercando di evitare ogni comportamento dannoso”.

Ci sono tanti professionisti qualificati che lo possono fare molto meglio di noi, ma quanto stiamo per scrivere nasce dal lavoro quotidiano con le persone (ragazzi, giovani, adulti) che ci hanno insegnato come quello che “diciamo e non diciamo”, abbia sempre delle conseguenze, nel bene e nel male, di cui siamo responsabili.

Comunicare non è soltanto saper “padroneggiare delle tecniche”, potendo così persuadere per ottenere ciò che si desidera ma mantenersi nella chiarezza e semplicità affinché l’altro si senta accolto e capito. Per fare ciò abbiamo capito che nella relazione con l’altro, affinché si compia una vera comunicazione di qualità, occorre:

prendersi del tempo, certo c’è la comunicazione spiccia, quella che si consuma al bar, sui mezzi, sul pianerottolo, sui social, e poi c’è quella comunicazione dove bisogna fermarsi, fare silenzio e provare a dare risposte di “senso” e non solo di “buon senso”;

indipendenza, perché una comunicazione “libera”, lascia l’altro libero, non crea dipendenza. Quante volte abbiamo desiderato che l’altro facesse esattamente come avremmo voluto, ottenendo in risposta proprio il contrario? Chi di noi non si chiuderebbe “a riccio” se si sentisse minacciato nella propria autonomia e indipendenza?

reciprocità, conseguenza diretta del prendersi tempo e del lasciare l’altro libero. Nella comunicazione “vera” si cresce insieme, evitando così che si instaurino relazioni di potere. Quando incontriamo un ragazzo, infatti, una delle prime cose che chiediamo è di “aiutarci a capire come possiamo essere utili per lui” e non glielo chiediamo per adempiere ad un “protocollo”, oppure perché adottiamo una tecnica, ma semplicemente perché ci interessa chi abbiamo di fronte.

Ecco allora che inizia un confronto che molto spesso porta a rendere “semplice ciò che all’inizio semplice non era”.

Comunicare è una responsabilità, qualunque sia il contesto.
Esiste un forte legame tra le nostre intenzioni, le parole che utilizziamo e i fatti che ne conseguono.